INCENSO NATURALE D'ETIOPIA


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In Etiopia, sulle orme dei primi cristiani



Diretto da Jean-Louis Saporito (TGA Production)
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Il cristianesimo in Etiopia





L'Etiopia è l'unico Stato sovrano cristiano in Africa, esistente fin dai primi secoli del cristianesimo fino ad oggi.


Una tradizione fa risalire l'evangelizzazione ai santi apostoli Matteo e Bartolomeo. La nascita ufficiale del cristianesimo è attribuita alla consacrazione, da parte di sant'Atanasio di Alessandria, del vescovo Frumenzio per l'Etiopia. Nel 330 l’Impero di Axum si convertì al cristianesimo.


Una delle tradizioni più celebri della Chiesa etiope è quella della visita della regina di Saba al re Salomone. La regina di Saba, avendo sentito parlare della fama che Salomone aveva acquisito, volle verificarla. Andò dunque a Gerusalemme da Salomone (1 Re 10,1–13) e, secondo la tradizione etiope, sarebbe tornata nel suo regno incinta.


Si narra che suo figlio, Menelik I, il primo leggendario imperatore d’Etiopia, fosse proprio figlio di Salomone. Si racconta anche che il giovane Menelik fosse andato a Gerusalemme per apprendere la saggezza di Salomone, prima di fare ritorno nel suo paese.


Secondo la tradizione, egli portò con sé l’Arca dell’Alleanza, che oggi sarebbe ancora nascosta in Etiopia, ad Axum.



L’islamizzazione di gran parte del Vicino e del Medio Oriente ha isolato l’Etiopia dal resto della cristianità. Il Regno di Axum subì un declino e una graduale erosione. Tuttavia, ciò non impedì alla Chiesa etiope di crescere. I centri di potere dell’Etiopia cristiana si spostarono gradualmente verso sud.


Tra il XII e il XIII secolo, la Chiesa etiope vide prendere forma una delle sue opere più straordinarie, quando il re Lalibela (circa 1190–1225) fondò una città che porta il suo nome, una seconda Gerusalemme.


Ancora oggi possiamo ammirare questi monumentali monoliti di chiese scavate nella roccia. Per sostituire il pellegrinaggio a Gerusalemme, la visita del sito permetteva al pellegrino di contemplare una rappresentazione della topografia della città santa.



Per secoli, il patriarca copto, inviato dall’Egitto, era il responsabile della Chiesa ortodossa d’Etiopia. La Chiesa possedeva allora quasi un terzo delle terre e molti edifici.


La rivoluzione del 1974 spazzò via tutto in modo irrimediabile, causando saccheggi e distruzioni. Tutto fu nazionalizzato dal comitato rivoluzionario guidato da Menghistu dopo il 1977. Terreni, immobili, scuole, comprese quelle cattoliche, furono trasformati in proprietà dello Stato. Anche se molte delle sue proprietà e delle sue scuole sono state restituite alla Chiesa, oggi tutto è diverso.


La Chiesa, impoverita, sta lottando per riprendersi dopo la chiusura dei seminari e il degrado degli edifici abbandonati per diciassette anni (fino al 1991).



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